In Valle Varaita, nel piccolo paese montano di Melle, in una bella giornata di sole sono andata a conoscere Agnese, una ragazza che scende dal suo fuoristrada, accompagnata da un cane, con un paio di scarponcini nel cofano e tante taniche bianche. Una giovane donna solare, tranquilla che mi accoglie con un sorriso e di cui non vedevo l’ora di conoscere la storia. Ci siamo trovate nella piazza del paese e davanti ad una tisana, abbiamo avuto il tempo per raccontarci. Racconto sempre di me, per poi ascoltare chi ho davanti e dargli tutta la mia attenzione, credo che ascoltare sia diventata una dote di pochi. Per me l’ascolto è parte del mio viaggio da blogger.
Agnese arriva da Pinerolo. I suoi genitori hanno un’azienda agricola e fin dalla giovane età, lavora nell’azienda di famiglia, ma crescendo sente la necessità di trovare uno spazio suo. Frequenta l’Istituto d’arte di Saluzzo e per 5 anni lavora in diversi bar, ma non è la vita che vuole fare Agnese. Mi racconta di aver passato un periodo in cui, le dava persino fastidio cercare il parcheggio per recarsi al lavoro, vedere la gente sempre arrabbiata, di fretta, pretenziosa. Si sentiva smarrita, in un ambiente, la città, dove non ritrovava i suoi ideali e non trovava il suo spazio. La vita passa veloce, e quando si perde di vista il buon vivere, in qualche modo bisogna cercare di tornare sulla propria strada.
Agnese decide che la sua strada è in montagna, stufa dell’ambiente cittadino, inizia la sua avventura lavorativa nei rifugi. Il primo dove trova lavoro è in Val Varaita, un rifugio a quota 1850 mt., nel vallone di S.Anna di Sampeyre, provincia di Cuneo. Un posto incantevole dove Agnese resta per tutta la stagione invernale, un luogo dove si sente a casa, e la montagna le entra nelle vene. Questo lavoro piace così tanto ad Agnese che a 24 anni si ritrova a gestire da sola l’intero rifugio. Un’esperienza dura che la mette alla prova, che la obbliga a orari di lavoro prolungati, pochissimo tempo libero, una stagione lavorativa invernale: da dicembre a maggio ed estiva: da giugno ad ottobre. Passano così tre anni della sua vita.
Il lavoro al rifugio finisce, ma non la sua voglia di lavorare in montagna, così resta a Frassino a lavorare in un ristorante per un anno e poi si presenta l’occasione di gestire un altro rifugio alpino, a quota 1450 mt, sempre nel Vallone di Sant’Anna di Sampeyre, un’altro incantevole posto a cui Agnese non dice di no. Se ne occupa per due anni e poi, putroppo arriva la pandemia, che come tutti sappiamo ferma il lavoro di molti, soprattutto delle attività di ristorazione. Ad agosto del 2020 il rifugio chiude. Agnese si volta indietro e si rende conto che, immersa nel lavoro, non c’era stato molto tempo per fare ciò di cui è da sempre appassionata, ovvero la raccolta delle erbe spontanee. Le torna in mente, un ricordo di bambina: le era capitato di vedere la mamma di una sua amica raccogliere la linfa di betulla. Aveva provato lei stessa ad estrarre questa linfa preziosa ed era stata un’esperienza che le era piaciuta molto, gustando lei stessa la preziosa bevanda!
Inizia così ad appassionarsi a questo alimento. La raccoglie e lo fa assaggiare a chi conosce, ma intuisce presto che si tratta di qualcosa di nuovo e poco conosciuto, un prodotto che pochi hanno mai assaporato e di cui non si conoscono proprietà e caratteristiche. La mente di Agnese inizia a macinare idee, a fare ricerche di mercato e scopre che la maggior produzione di linfa di betulla arriva dal nord Europa, mentre in Italia non vi sono produttori che lo fanno in modo professionale.
Questa idea sembra essere ottima, ma non è ancora il momento per Agnese di svilupparla e rimane come la brace che pare spenta ma in realtà basta un soffio per rianimarla. Arriva il momento in cui i suoi studi all’istituto d’arte, le danno un’ottima opportunità di lavoro e così, inizia a decorare le casse armoniche delle Arpe, per la fabbrica di Piasco, lavora in fabbrica per quasi un anno, da lunedì al giovedì e nel restante tempo gestisce il rifugio. Agnese non ha davvero paura di sporcarsi le mani, vedo nei suoi occhi la luce di chi ci ha sempre messo tutta se stessa in ogni cosa che ha fatto, in lei c’è la grinta di una donna che con tenacia trova il modo di fare ciò che più le piace senza badare a sacrificio e fatica.
Arriva però un altro momento in cui tutto si ferma, tutto tranne Agnese, che ora può ideare e progettare la raccolta della linfa di Betulla. Conosce il suo attuale compagno, rielaborano insieme la fattibilità del progetto e decidono che quella è la giusta strada da percorrere.
Salvatore, il compagno di Agnese, nato a Torino, ma di famiglia meridionale, dopo anni di vita cittadina a Torino, quartiere Mirafiori, cerca spazio in montagna ed acquista una casa, di cui trova l’annuncio su Facebook, proprio a Melle e ci va a vivere!! Non poteva che trovare in Agnese una buona compagna di vita con cui avere molte cose da condividere. Lavora da casa, per la sua azienda, e fa il musicista e dice che in città non ci tornerebbe più!
Salvatore dedica parte del suo tempo ad aiutare Agnese, ed insieme trovano il modo di affittare dal comune di Melle, alcuni boschi, che ad altri vengono lasciati per il taglio, ma ad Agnese vengono affittati per il suo nuovo progetto sperimentale, apprezzato e supportato dall’amministrazione comunale. Il Bosco in questione è molto ampio ed ha al suo interno il santuario della Madonna della Betulla, un segno del destino!
Agnese oggi è una ragazza che ha scelto di vivere in montagna, una grintosa donna che, attualmente , è l’unica in Italia a produrre linfa di Betulla. Da un ricordo d’infanzia ad un’attività, un grande passo che però è solo all’inizio, infatti essendo un’attività nuova e poco conosciuta in Italia, Agnese ha dovuto creare tutto da zero, iniziando con metodi più faticosi, per poi ideare un sistema di tubazioni che preleva direttamente dalle piante la linfa, che poi di raccoglie in un’unica cisterna messa più a valle. A Melle ha anche trovato un laboratorio, dove ha la possibilità di congelare e conservare questo suo prodotto speciale, delicato e facilmente deperibile che necessita di essere imbottigliato rapidamente per non perdere le sue speciali virtù.
Ma ora parliamo di questa preziosa linfa. La cosa principale da sapere è che ha un periodo di raccolta molto breve, infatti la betulla nel periodo primaverile, come tutte le piante, raccoglie l’acqua dal terreno, la filtra e la arricchisce dando origine alla linfa, che diventa fonte di vita per le gemme e le foglie. Ma che proprietà ha questo liquido trasparente? E’ depurativa, disintossicante, diuretica.
Con Agnese ci siamo inoltrate nel bosco, dove raccoglie la linfa, e ho avuto la fortuna di berla direttamente dalla pianta. Si tratta di una bevanda simile all’acqua, senza un gusto specifico, facile da consumare e sicuramente ricca di benefici. Poco dopo la raccola viene congelata e non vengono aggiunti conservanti o additivi. Chi la gusta non ha sorprese: è esattamente come nasce in natura!
Ci sono ancora tanti progetti nella mente di questa grande donna, una sola certezza: non lasciare la sua vita in montagna. Ho passato un affascinante pomeriggio scoprendo cose nuove di cui non sapevo nemmeno l’esistenza, ma soprattutto, conoscendo una ragazza tenace, decisa, con un progetto che di anno in anno prende forma, una vera donna di montagna che per non abbandonarla , ha creato un’attività e che nella mente ha l’idea di utilizzare i boschi marginali, dandogli una nuova vita, senza intaccare il loro equilibrio nel rispetto del bosco e dei suoi abitanti. Una persona speciale, da cui vorrei imparare a non scoraggiarmi e non perdere di vista i sogni per farli diventare realta.
Dove puoi scoprire di più di Agnese e dei suoi prodotti? instagram: http://www.instagram.com/biula_linfadibetulla facebook: http://www.facebook.it/Biula_linfadibetulla
Questa storia, come tante, mi ha rapito, incuriosito, stupito e sono felice di poterla raccontare, di far conoscere un prodotto che non conoscevo e che esiste nei nostri boschi da sempre. Presentarvi Agnese, entrare nella sua vita, seguirla per un giorno credo sia stato davvero un bel viaggio alla scoperta di una ragazza giovane, che ha scelto la montagna e che farà sicuramente tantissima strada! Buon cammino Agnese! Alla prossima storia che andrò a “cacciare” per voi!!
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Grazie Cinzia della bellissima storia di vita… conosco la Varaita e la frequento da ormai 20 anni, conosco la Valletta di Bellino e Sant’Anna xché tutti gli anni andiamo a camminare sui sentieri di Traversagne, Pianciaiol, Battagliola ecc. ed abbiamo amici a Celle di Bellino… ora provo a vedere se x caso avessero piacere di essere intervistati da te per un’altra bella storia Katia e Dario… (chissà, magari li conosci già) loro essendo nati ed in parte cresciuti lí, ne hanno veramente tante storie da raccontare… Dario la scorsa estate mi raccontava quando andava al pascolo con la nonna e vi rimaneva per tutto il periodo estivo fino alla transumanza… rimango sempre affascinato da questi racconti di vita dura ma sana…
A presto… Francesco
P. S. assaggieró sicuramente la linfa di Betulla… ?