Oggi una storia di tradizioni, famiglia e coraggio. La storia della piccola azienda “L’Arbol” di Moiola ma anche la storia di Stefano, un ingegnere meccanico, della sua tenacia, della sua voglia di andare avanti nonostante la fatica, le difficiltà e l’impegno nel gestire due lavori totalmente diversi e che richiedono entrambi tempo, testa e costanza!
Ho incontrato Stefano in un assolato pomeriggio di giugno, un sabato, uno di quei giorni in cui tutti riposano ma qualcuno lavora, perchè c’è sempre qualcuno che lavora, qualcuno che non smette mai e che se non lavora con le mani, lo fa con la testa progettando e creando il futuro, uno di questi è sicuramente Stefano. Un ragazzo che, vinta la timidezza iniziale, si è raccontato e mi ha portato nel suo mondo, mi ha presentato la sua azienda, il suo progetti, i suoi sogni per il futuro. E’ stato un viaggio tra castagneti rinati, odore e sapore di castagne, emozioni e sensazioni uniche. Ve lo racconto !
Queste mani contengono l’oro prezioso che l’azienda ha deciso di coltivare, valorizzare e trasformare. Sono le Castagne della qualità “Garrone Rosso”, una varietà dal sapore molto particolare, dolci e con delle qualità organolettiche eccellenti. I castagneti, la cura di essi e la raccolta delle castagne è una tradizione di famiglia, un lavoro che si tramanda di generazione in generazione, un compito che spesso, nell’età adolescenziale, per Stefano era un sacrificio, un’azione da svolgere controvoglia perchè non gli permetteva il divertimento con gli amici. Ora, con l’arrivo dell’età adulta, i castagneti e i loro frutti sono diventati il tesoro più prezioso di questo giovane ingegnere. Sono curati, trattati con amore, ogni innesto, per avere la qualità richiesta, é seguito e controllato costantemente. Mentre passeggiamo tra i castagni secolari, Stefano mi dice che questo è il suo ufficio, un ufficio senza la sua solita scrivania, dove cielo e natura sono le pareti, dove le ore di lavoro non si contano ma sono tantissime, un luogo quasi magico in cui trovare pace ed armonia è facile. La raccolta, la cura, la concimazione di questi boschi viene fatta interamente a mano, senza l’ausilio di attrezzatura, perchè si tratta di terreni impervi, con delle pendenze elevate.
Il nome di questa azienda arriva da questo grande e maestoso castagno secolare: L’Arbol. Un albero che per molti ha rappresentato la salvezza sia per i suoi frutti sia come rifugio, infatti, il suo tronco cavo ed eroso dal tempo, durante la seconda guerra mondiale,è stato rifugio per partigiani, civili, sfollati in fuga dal nemico. Un albero che ancora oggi regala i suoi frutti, che saldo sulle sue radici affronta tutte le stagioni, che invecchia ma resiste! Come Stefano che ha ben chiare le sue radici !
Dopo la visita ai castagneti, il mio viaggio con Stefano mi ha portato a visitare l’azienda dove sono stata accolta da un incredibile odore di castagne che mi ha ricordato l’infanzia, quando sulla stufa borbottavano nella pentola quelle bianche, secche, che poi gustavo con lo zucchero o nel latte. Una coccola che la nonna era solita offrirmi, insieme a pane burro e zucchero e all’uovo sbattuto. Le castagne un tempo erano il “pane” per tutti, con la preziosa farina che se ne ricavava ci si poteva sfamare fino all’estate. Ancora ora, il vero popolo della montagna, custodisce i castagneti come tesori preziosi e mal vede chi si avventura in cerca di funghi o curiosa tra i terreni che con fatica e amore vengono accuditi.
Nel piccolo laboratorio, quasi tutto viene fatto ancora con dei metodi tradizionali, le castagne essiccate in un vecchio seccatoio ristrutturato, vengono pulite una ad una, per evitare che anche solo un piccolo frammento di seconda pelle possa danneggiare la qualità del prodotto che poi verrà trasformato.
Stefano passa molte ore nel laboratorio, ed è sempre pronto a creare nuove leccornie, per stupire e soddisfare i clienti. Ad oggi i prodotti sono già moltissimi: partiamo dalla classica farina, macinata in loco, alle castagne essiccate, con cui si possono preparare moltissime ricette, poi biscotti, meringhe, creme spalmabili, i “Garron Glacé”, torte e chissà quale altro prodotto studierà Stefano per il futuro.
Il piccolo ed accogliente punto vendita a Moiola, adiacente al laboratorio di trasformazione, è pronto per far conoscere ai suoi visitatori tutti i prodotti, immergendosi in questo mondo che non è solo rinchiuso nel periodo autunnale, ma la castagna, trasformata, può gratificare il nostro palato tutto l’anno. Ci sono molte ricette che possono dare voce a questo frutto: i dolci, le creme spalmabili possono essere delle gustose merende per ogni occasione!
L’Arbol fa parte del consorzio Montagnam, il marchio della Valle Stura che garantisce qualità e una produzione attenta, di cui, Stefano è i presidente. http://www.montagnam.it
Ci sono piccole realtà che, per dare origine ai propri prodotti, non si limitano solo ad usare le mani, ma ci mettono il cuore, le tradizioni, le usanze tramandate da padre in figlio, la manualità per conservare la qualità: tutto questo è l’Arbol. Poi ci sono ragazzi che portano avanti progetti in cui credono ed in cui investono tempo, denaro a discapito di una normale vita sociale, ma che non mollano: questo è Stefano che ha un sogno, un obiettivo, una strada da seguire che lo porterà lontano.
Trovare spazio in un mercato dove il genuino e l’artigianale devono sgomitare per essere scelti, non è facile, ma ho una certezza: se assaggi i prodotti, ne conosci la storia e capisci cosa c’è dietro , saprai fare la scelta giusta valorizzando e aiutando le piccole realtà della montagna come L’Arbol che ti ho fatto conoscere oggi.
L’Arbol è su instagram: http://www.instagram.com/arbolgarronerosso e su facebook: http://www.facebook.it/L’Arbol
Io ho assaggiato tutto!! Perchè sono golosa e mi sono portata a casa sapori di un tempo, ospitalità e un bel pomeriggio passato in compagnia di un ingegnere meccanico che con gli scarponi ai piedi mi ha portato nel suo sogno!
Alla prossima storia raccolta per caso oppure suggerita, ma che saprà di montagna, nuovi inizi e magia! a lunedì prossimo.
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