Era un martedì mattina di inizio Aprile quando sono salita in Valle Maira (CN), in Borgata San Martino di Stroppo a 1450 metri di altitudine. Sono partita di casa con la neve che faceva capolino sulle alture. Man mano che la mia vecchia macchina affrontava i numerosi tornanti il panorama diventava invernale e meraviglioso: la primavera coperta dalla coltre bianca spariva e qualche fiocco si appoggiava sul vetro dell’auto.
La mia destinazione? “Lou Subric”, un locale sulla strada verso Elva (CN). Una piccola baita, circondata da montagne, che offre ai suoi clienti una cucina deliziosa, intima in un ristorante con 15 coperti, caldo e accattivante. Ci sono inoltre tre camere doppie, un panorama mozzafiato, gentilezza, simpatia e ottima accoglienza compresi nel prezzo!
Ho conosciuto Alberto e Sonia davanti agli splendidi piatti di un pranzo ricco di chiacchiere, risate e vita vissuta. Al tavolo c’erano anche due ragazzi francesi, di cui racconterò la storia. Un gruppo di persone, che in poco sono diventate amiche con cui ho condiviso montagna, difficoltà del mondo alpino, sogni e speranze. La storia di questo posto merita di essere raccontata e così eccomi qui!
La dimora che ora è diventata “Lou Subric” esiste da tempo. I nonni e i genitori di Alberto, sono originari del posto, e questa era la casa vacanze, vissuta per quasi tutta l’estate visto che, quest’ultimi, facevano i maestri. Una casa dove ci sono molti ricordi di bambino, ma che con l’arrivo dell’adolescenza, inizia a diventare un posto difficile. Per un ragazzino desideroso di socializzare e divertirsi, si presentava un luogo isolato e spopolato dove non era possibile condividere nulla e spesso si era davvero soli. Alberto inizia a fare qualche lavoretto estivo e questa diventa un’ottima scusa per non salire più nella vecchia casa di famiglia che dimentica fino alla nascita di suo figlio, Valentino. Questo posto rimane la meta per capodanno, per le feste tra amici ma nulla di più.
Alberto di professione faceva il fotografo, ma in realtà alle sue spalle, c’è una vita di vari lavori, avventure all’estero e voglia di fare per poter portare avanti la sua passione: rampicare!
Il primo Aprile del 2004, però, rileva un importante studio fotografico in Cuneo. Aveva 25 anni e questo lavoro lo appagava. Un reporter per la stampa, per molte testate giornalistiche. Un lavoro nuovo, dinamico, sempre sul pezzo: nessun giorno libero e immerso dietro l’obiettivo a 360°! Una vita frenetiche e non sostenibile per sempre. Un ritmo disumano che non lasciava spazio ad un vita privata o a riposo. “Ho fatto tre giorni di ferie in 10 anni” mi dice Alberto mentre si racconta!
Alberto e Sonia si conoscono nel 2004, poco dopo l’apertura dello studio fotografico, una sera in un pub di città. Lei lavorava in un Atelier di vestiti da sposa ed il suo contratto era in scadenza. Il destino così li unisce sia sentimentalmente che lavorativamente. In fretta inizia la loro convivenza e la vita in un bilocale in città, a Cuneo.
La costruzione di una famiglia con Sonia e l’arrivo di Valentino porta Alberto a riflettere sul suo stile di vita, si rende conto di non avere tempo e spazio per le persone che ama e così, insieme, iniziano a cercare una via di fuga. Ecco che la vecchia casa vacanze diventa nuovamente protagonista della sua vita.
Nel 2014, grazie ad un bando G.A.L. e alle mani di Alberto, la casa viene ristrutturata e diventa un Bar estivo e anche la residenza della famiglia. Un’estate da dimenticare, dove la conclusione è stata decisamente in perdita. Locale nuovo, proprietari non identificati come locandieri e inesperienza incidono su questo brutto inizio. “Chiusura cassa a fine giornata Euro 7,00” mi dice Sonia, “La gente passava ma nessuno si fermava” conclude. Tutto questo era l’inizio di qualcosa che ancora doveva crescere e diventare quello che è oggi. Alberto con il suo vecchio lavoro che aveva ridotto, ma non lasciato, riusciva comunque a mantenere la sua famiglia e per tre anni fa il pendolare tra San Martino di Stroppo e Cuneo. Anche Sonia trova lavoro in un altro Atelier per abiti da sposa. Un momento difficile per questa coppia, in cui i tempo per il piccolo di casa è davvero poco.
I nostri eroi però non si sono scoraggiati. Nel loro cuore c’era la voglia di una vita nuova, autentica, di montagna a misura di famiglia e di singolo individuo. Una vita dove la felicità non è data solo dal guadagno, ma da una scelta di vita voluta e sostenuta anche nelle difficoltà. Ci sono voluti anni, paura, in certi momenti incertezza, ma ora “Lou Subric” è un posto conosciuto e che funziona.
Alberto si è riscoperto cuoco e nei suoi piatti riesce a trasmettere tutta l’arte e la magia che sapeva mettere nella sue foto. Sonia si occupa dell’accoglienza e con dolcezza e pazienza riesce a far sentire tutti come a casa. Nel 2017 è finita la ristrutturazione di tutta la casa e sono state aperte tre camere vista montagne meravigliose, in stile rustico, attento ai particolari, capienti e accoglienti.
Puoi trovare i dettagli della struttura sul sito https://www.lousubric.it e sulla pagina instagram https:/www.instagram.com/lousubric
Il tempo di questa storia e la neve è sparita. Il sole in poco ha cancellato il bianco e sulla piccola baita è tornato il cielo sereno. E’ stato come cambiare stagione nel tempo di un pranzo. Ho potuto così ammirare il meraviglioso paesaggio che circonda questa locanda, che dentro era già riscaldata dalle nostre chiacchiere, ma che fuori è esplosa con l’arrivo di qualche raggio di calore.
Mangiare con vista montagne è uno spettacolo che non tutti possono offrire, qui è possibile perchè il cliente è circondato da grandi vetrate che lasciano ammirare il fantastico circondario. Nel silenzio delle montagne non è raro vedere qualche cervo che banchetta nel prato vicino!
Questa è la porta che nasconde la cucina di Alberto, un uomo creativo, che ha saputo reinventarsi più volte, che ha fatto, insieme alla sua famiglia, una scelta importante che sta portando avanti giorno per giorno credendo in tutto ciò che fa. Certe volta è la paura a fermarci, il timore verso l’incerto, l’angoscia di non avere i soldi a fine mese, di sbagliare, ma io credo che se dentro di noi prende vita un strada, quella che sentiamo giusta, bisogna tentare, come hanno fatto Alberto e Sonia che ammiro e stimo, condividendo appieno la loro scelta.
Un’ ultima curiosità. Per tutti in Piemontese il “Subric” è una frittella di patate, in questo caso, però, si tratta di un soprannome, con cui, Alberto veniva chiamato dalla nonna quando era piccolo, con l’intenzione di far notare il suo essere “un po’ saputello”. Questo nomignolo ora è passato a Valentino, la nuova leva di casa, e gli calza perfettamente tanto da essere il nome del locale di mamma e papà. In questo posto c’è cuore, famiglie e montagna vera! Te lo consiglio.
2 Comments
Spuenda storia… come sempre!!!!
Grazie Sandra!!!