“Gli abiti parlano, raccontano dei colori di un viaggio, del profumo di un ricordo, danno forma ai personaggi di un libro e alle note di una canzone. Parlano di cosa abbiamo negli occhi, del sapore delle nostre emozioni” queste sono le parole di Manuela, la sarta che ho conosciuto e di cui vi voglio raccontare!
La sua “officina sartoriale” si trova in un piccolo borgo alpino e qualche giorno fa, sono andata a trovarla. Mi sono bastate poche chiacchiere per capire che, come io cucio parole sulle persone, lei cuce vestiti nuovi, usati, vintage, dimenticati e poi rinati!
La storia di Manuela può essere comune a quella di molte altre, ma non è così perchè il suo è stato un viaggio, un lungo percorso ad ostacoli dove lei, con caparbia e cuore sognante, non ha mai perso l’obiettivo finale e l’ha raggiunto!
Manuela è originaria di Peveragno (CN), finito il percorso scolastico obbligatorio, capisce che lo studio non fa per lei. Invitata dal padre a trovare “un mestiere” per garantirsi un futuro, rispolvera la sua passione infantile per ago e filo ed inizia a lavorare in un laboratorio industriale. Era il 1996 e Simona aveva 15 anni! Cresce dietro ad una macchina da cucire, impara tutti i segreti dalla titolare, persona che ancora oggi incontra e a cui dà del “Lei”!
Resta in questo posto per 8 anni ed impara moltissimo. Inizia a confezionare i suoi primi capi da regalare ad amici e parenti. A 23 anni decide che era arrivato il momento di aprire la sua bottega di cucito, ma per realizzarla mancava la cosa fondamentale: il denaro. Così lascia il suo lavoro da operaia alla ricerca di qualcosa di più remunerativo. Inizia, per lei, un nuovo percorso, acquista una birreria resta dietro al bancone per undici anni.
Un periodo intenso, particolare dove questa ragazza vive un periodo differente, di divertimento estremo, accelerato dove trova il tempo per lavorare e portare avanti la sua professione di sarta, facendo corsi specializzati e trascorrendo il poco tempo libero a cucire!
Per caso un giorno entra in birreria una persona che conosce da tempo! Uno scambio di parole e inizia un progetto tra queste due donne entrambe artiste che riporta Manuela ad usare ago e filo e creatività, a far nascere dalle sue mani meravigliosi capi unici. Lavorando con lei si riscopre, ritrova una donna diversa, che cerca una nuova vita, meno frenetica, in montagna e isolata dal resto del mondo. Improvvisamente la birreria diventa una gabbia, la sua voglia di tornare a fare l’artigiana la porta verso un percorso diverso. L’Officina Sartoriale di Manuela è frutto di tutto questo, della sua consapevolezza che anche la moda, la stoffa, le lavorazioni sono causa di inquinamento e cambiare alcune abitudini può fare la differenza. I suoi capi sono il percorso della sua vita e di tutte le sue tappe. Sulla sua pagina Instagram trovi tante informazioni https://www.instagram.com/l_officina_sartoriale
Ma cosa succede oggi se entri in questa officina sartoriale con un vecchio cappotto in mano? La sarta ti accoglierà con un sorriso, l’entusiasmo di chi vede nelle tue mani non uno scarto ma una nuova creatura a cui dare una seconda vita, adattandolo su di te, il tuo stile e le tue esigenze.
Così una vecchia giacca vintage può diventare un vestito, un maglione dimenticato in fondo all’armadio, può ritornare un capo da indossare di nuovo tutti i giorni.
Sono entrata nel regno di questa sarta innovativa e creativa e sarei rimasta ad ascoltarla per ore. Ho scoperto ed imparato moltissime cose e mi sono resa conto di come ci sono abitudini radicate in noi che impattano sul mondo.
“L’antico concetto che l’usato, il rattoppato, il consumato voglia dire povero deve passare!” mi dice Simona ” In questo posto voglio creare consapevolezza e dare consigli per un orientamento verso il sostenibile, il recupero, l’uso di tessuti ad impatto contenuto!” conclude. Le sue parole sono coraggiose e la sua missione ambiziosa considerato che l “Officina Sartoriale” ha aperto le porte a Ottobre e si trova nel piccolo paese montano di Chiusa Pesio.(Valle Pesio -CN)
Parlare di Upcycling, ovvero il processo del riuso creativo di capi e materiali di scarto, in un paesino montano con poco più di tremila abitanti, è una scelta che solo una persona speciale e unica come Manuela poteva fare. Solo una donna capace di affrontare con coraggio le avversità che la vita spesso offre può decidere di creare un ambiente familiare, un luogo dove poter imparare, chiacchierare, trovare un piccolo spazio di accoglienza e condivisione.
Questa piccola “officina Sartoriale”, e il nome lo spiega chiaramente, è in fermento, è appena nata, ma porta al suo interno tutta la bravura e la grande esperienza che questa modista ha nel suo bagaglio. Manuela, una piccola grande donna, ha voluto questo posto per fare quello che ama, per raccontare come lo fa e per insegnare come si fa! La porta della sua sartoria è aperta per tutti: curiosi, clienti, amici e “anime Belle”! Perché non aprirla?
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