“La fatica è ormai dimenticata, il mulo è sbardato, gli scarponi sono a prendere aria, ora mi posso godere il meraviglioso panorama che la montagna offre, posso restare qui tra i miei pensieri, a riflettere sulla mia strada, su ciò che ho scelto di essere e di trasmettere!”
Vita da mulattiere.
Oggi vi racconto la storia di Luciano, un Mulattiere, la testimonianza vivente di un mestiere, un tempo consueto, oggi riscoperto e nobilitato, grazie alla tenacia di un uomo, dalla stretta di mano salda e dal passo deciso, che ha voluto far riscoprire un mondo ormai dimenticato.
Luciano nasce nel 1961 in Valle Pesio (CN), ai piedi della Bisalta, la maestosa montagna dalla cima smussata, che tutti conoscono. Figlio di contadini, la mamma si occupava delle mucche e il papà faceva il boscaiolo. Durante l’estate, gli animali di famiglia venivano dati in custodia per l’alpeggio. Nei suoi ricordi di bambino, c’è una vecchia asina, Cita, una bestia di taglia grande, caricata al mattino dal vicino con il basto e le ceste di castagno.
Partenza all’alba, sono le quattro e la direzione è l’alpeggio! Nelle ceste cibo in scatola, pane e vino e Luciano di appena sei anni, che felice per quella esperienza non dormiva la notte. Succedeva due volte durante la stagione dell’alpeggio, e nonostante sia passato molto tempo, questi sono ancora ricordi bellissimi nella sua memoria.
La sua amicizia con Cita non finiva in quei pochi momenti, ma l’asina restava nella borgata per tutto l’inverno, e così diventava compagna di giochi e marachelle, ma sapeva farsi rispettare e non risparmiava calci e dispetti, quando era costretta a fare cose che non gradiva.
L’infanzia finisce e Luciano, a undici anni, inizia a fare il “bocia muratore”, ovvero colui che si occupa di lavori di bassa manovalanza. Un mestiere idoneo a raddrizzare le menti estrose!
Qui sono passati i ricordi felici. Costretto a fare un lavoro duro, non adatto alla sua giovane età, il corpo inizia a segnarsi e il carattere a forgiarsi. Chiuso in una gabbia che lo stava obbligando ad una vita che non gli apparteneva, ha la forza di andare avanti e di superare momenti difficili. “Quando ci sono difficoltà nella vita, ripenso a quel periodo, e mi dico che se l’ho superato, posso superare tutto!” mi dice mentre stringe i pugni tornando al passato.
Inizia per Luciano la passione per lo sport e la montagna, la sua voglia di diventare guida alpina gli fa scoprire le scalate, lo sci e lo costringe ad un allenamento in palestra.
Nel 1989 arriva così sulla sua strada Daniela, conosciuta proprio durante un allenamento al chiuso, che diventa la persona con cui inizia una nuova vita, una nuova strada, con cui smussare il carattere difficile e iniziare nuove avventure.
Nel 1990 acquistano insieme un bar in Cuneo, che gestiscono per molti anni.
Una palestra di vita, che insegna a Luciano ad aprirsi, a conoscere le persone, a relazionarsi con il mondo. Cresce però, in questa coppia, il desiderio di fare qualcosa nella Valle Pesio, dove entrambi sono cresciuti, lasciano il bar di città e nasce l’Azienda Agricola Agrituristica Lungaserra.
Un piccolo paradiso dove la cucina del territorio si intreccia con l’ospitalità e dove arrivano i primi asini, come animali da compagnia ed attrazione per i clienti.
Ci sono incontri, però, che non avvengono per caso e nel cammino di Luciano arriva una ragazza, una persona che gli mostra il mondo degli asini in modo differente, che gli fa conoscere questo animale nella sua vera essenza, come un essere che può diventare compagno di vita e, soprattutto, insegnante di ritmi lenti e pazienti. Con un asino non si può dominare, ma si deve creare un vero rapporto alla pari.
Cresce così, in Luciano, la voglia di rivalutare questo animale e tutto inizia con un viaggio nel passato di questo equide. Un tempo solo animale da soma, veniva trattato come tale, senza la necessità di creare un rapporto e questa cosa era comune in molti paesi del mondo, in alcuni ancora è così. Questo giovane montanaro, ormai conquistato dal mondo degli asini, entra in contatto con diverse realtà di tutela di questo equide, inizia a viaggiare, esplorare, ricercare tra passato e presente questo animale che tanto può donare.
Se cerchiamo sul vocabolario che cos’è la figura del mulattiere la definizione è chiara: persona che guida o noleggia muli per il trasporto di persone o cose. Questo è ciò che vuole fare Luciano.
La prima mula che arriva nella vita di Luciano è Ketty, una grande mula bianca, che oggi ha vent’anni. Con lei organizza il suo primo trekking, e basta davvero poco per capire che il connubio Mulo e montagna sono la sua nuova strada.
“Non ci sono asini o muli cattivi!” mi dice Luciano “Un tempo per vivere e per lavorare con un animale la priorità non era il rapporto, ma la funzione che questi aveva! Oggi non è più così, io ho lavorato per avere degli animali che, con rispetto, fanno i lavori di un tempo, ma che sono compagni di vita, collaborano con me perché credono in me nelle attenzioni che ho per loro!”
Parole importanti che fanno capire come ci sia il vero rispetto per l’animale.
Ma come fa a raggiungere il suo obiettivo?
Luciano indossa i suoi scarponi, mette lo zaino in spalla e si presenta in moltissimi rifugi del cuneese, proponendo il suo servizio di mulattiere per il trasporto delle derrate alimentari necessarie per i rifornimenti. Il primo a dargli fiducia è il gestore del Rifugio Garelli della famiglia Colombo, poi a seguire molti altri.
Nel 2019, il Parco Alpi Marittime, indice dei bandi per la realizzazione di progetti sostenibili.
I fratelli Paolo e Marco Giraudi di Valdieri, neo gestori del Rifugio Garelli Buzzi, propongono a Luciano un progetto di trasporto ecosostenibile con i muli, e grazie alla collaborazione di entrambi, vincono un bando e Luciano inizia il suo lavoro da Mulattiere.
Si propone un servizio ecosostenibile, rispettoso del territorio, innovativo e unico. Non passa molto tempo perché la tv e la stampa vogliano mettere in evidenza questo nuovo servizio e Luciano conosce Davide Demichelis, il regista di Geo&Geo. Non è solo la notorietà che arriva a cambiare le cose, ma il consiglio che questa persona lascia al nostro nuovo mulattiere: devi lasciare tutto a qualcuno! Devi creare una scuola!
Parole che risuonano nei pensieri di Luciano e che per una mente come la sua sono la miccia per partire. Grazie ad un crowdfunding e un sostegno da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Luciano e Daniela riescono ad aprire la prima scuola per Mastro Mulattiere italiana. Puoi trovare delle informazioni https://www.lungaserra.com/ o sulla pagina facebook https://www.facebook.com/Lungaserra-LaTerradeiMuli
Si tratta di una vera e propria professione, io vorrei pensarla come un nuovo lavoro per il futuro. Alcuni Mastri Mulattieri, formati proprio nella Valle Pesio, da Luciano e la sua equipe di esperti, menti giovani e meno, hanno visto questo percorso come un’opportunità da portare nel loro territorio e stanno già lavorando. Questo nuovo, mestiere riscoperto e riproposto nelle montagne cuneesi da Luciano, desta molto interesse e da poco tv francesi e tedesche sono venute a conoscerlo per raccontarlo in patria.
“Un mulo è un investimento per il futuro! Si tratta di un animale versatile, capace di trasportare qualsiasi materiale, per approvvigionamenti, o per costruire una casa in zone in cui i mezzi non possono arrivare, può aiutare nel bosco, nella lavorazione del terreno. Si possono fare davvero molti lavori!” mi dice Luciano.
“Ciò che bisogna sapere è che ci sono dei tempi da rispettare, che sono dettati dall’animale, dalla sua fisicità, dal rapporto che si deve creare con lui perchè sia un reale collaboratore. In questo mestiere devi sapere di montagna, di territorio, di veterinaria, di mascalcia e di relazione umana e non.” “Non è per tutti e viene fatta una grande selezione prima, durante e a fine corso per rilasciare il patentino da Mastro Mulattiere!” mi spiega Luciano.
Mi sono bastati pochi passi con lui tra i suoi animali per capire cosa c’è nel cuore di quest’uomo, qualche sguardo ai suoi equidi per vedere l’amore e il rispetto che legano queste anime, qualche momento di silenzio per sentire la quiete che questo ambiente e i ritmi impone hanno dato a Luciano che in questo mondo ha trovato la sua strada.
“La felicità non esiste, esiste la soddisfazione di fare ciò che si ama! Viviamo in un mondo dove la cosa che più ci è difficile è fare dei sacrifici, la montagna richiede adattabilità, vita semplice e rinunce.” Queste le parole che mi lascia Luciano parlando della sua storia.
Qualche ora con lui e sono ritornata indietro nel tempo, quando nella mia vita sono stata accompagnata dagli asini, animali che mi hanno insegnato la pazienza, la resistenza e soprattutto l’umiltà.
3 Comments
Come dice lui “non è per tutti”, ma chi ama animali e natura troverà un mondo con grandi soddisfazioni.
Ho guardato la puntata di Geo, e la cosa che colpisce è il modo in cui Luciano si pone con i suoi muli, l’ umanità che lo contraddistingue e gli insegnamenti che trasmette. Un uomo che ha saputo riscoprire un antico mestiere e che mi auguro possa continuare a trasmettere tutto il suo sapere e soprattutto la sua capacità di “comunicare”con questi splendidi animali.
Grazie Sandra per il tuo commento…