La storia che ti racconto oggi è davvero speciale e dimostra che la tenacia premia ed aiuta ad andare contro corrente per costruirsi un futuro inaspettato.
Ho conosciuto Beatrice ad un mercatino quest’estate. La sua bancarella colorata mi ha affascinato fin da subito e soprattutto i prodotti che vendeva non li avevo mai visti in nessun altro posto!
Ho conservato il suo bigliettino da visita e poco tempo fa sono andata a conoscerla.
Siamo in Valle Vermenagna, nella piccola frazione denominata Tetto dei Boschi (Robilante) nel Vallone Pettavino.
Bea è originaria di Robilante. Dopo le scuole dell’obbligo si iscrive al liceo scientifico con indirizzo informatico, ma capisce subito che non è la sua strada così, per il terzo anno, cambia indirizzo e si diploma alle magistrali. Alla fine, però, non è soddisfatta di questo percorso. Sceglie, così, la facoltà di Scienze Forestali, perchè nel programma ci sono tante ore di botanica, la sua passione!
Un indirizzo, che a differenza di quello di Agraria, dedica più tempo allo studio della flora spontanea e del “Selvatico” , mi racconta. Finiti gli studi il percorso doveva essere chiaro, soprattutto per la sua famiglia, quindi la ricerca di un lavoro fisso e un futuro certo!
“Ho fatto qualche colloquio, ma io volevo fare la contadina!” mi dice sorridendo “Quando in prima elementare, le maestre, mi avevano chiesto cosa avrei fatto da grande mi ero disegnata in un bellissimo orto!
Mio nonno ha lavorato per tutta la vita, ma ha sempre “trafficato in campagna”, e quando è andato in pensione ha preso le mucche. La mia passione è nata da lì!
Da vedere sempre la mia famiglia lavorare in campagna. Io volevo trasformare tutto questo in lavoro!” conclude mentre andiamo a visitare i suoi campi. Beatrice però non coltiva, solo, quello che coltivano tutti. Ha fatto un scelta unica. Nei suoi campi si trovano delle varietà speciali.
Ma come nasce questa sua passione per la coltivazione di varietà antiche e uniche di ortaggi e frutti? Questa è la parte della storia che più mi ha stupito!
Beatrice, nel periodo delle superiori, trova su una rivista di agricoltura, in un angolo minuscolo di una pagina, la pubblicità di alcune associazioni che si occupano dello “scambio di semi” Quella più famosa in Italia si trova a Lucca. Si iscrive e inizia a prendere qualche seme.
“I primi sono stati i semi di pomodori” mi racconta “ negli anni, poi, ho iniziato a fare degli scambi donando due semi particolari che ci sono solo qui, ovvero il “mais della spina” (il pignoletto) e un’insalata speciale che coltivava mia nonna che ho chiamato “Insalata Bernardo” per ricordare chi per primo le aveva dato il seme!”
La sua “caccia di semi” è continuata per tanti anni e oggi il suo “orto” è davvero unico, ed è il frutto di un viaggio di ricerca di specie di ortaggi rari e particolari.
Questa contadina è in continua evoluzione, la sua tecnica di coltura è rispettosa dell’ambiente, non effettua trattamenti chimici ed invasivi per la terra e le piante.
Oggi l’azienda agricola Codirosso, che prende il nome dal piccolo uccello che spesso fa compagnia nei campi mentre si lavora, ha in coltivazione 40 tipi di pomodori: ho visto per la prima volta il pomodoro “blu bellezza”, sopra blu e sotto rosa. Oppure il pomodoro “Green Tiger” o quello arancione in vari tipi e formati, quello nero, viola e molti altri.
“Restano sempre dei pomodori, ciò che cambia sono i gusti, più o meno intensi, e le consistenze” mi dice quando le chiedo, incuriosita, le differenze.
Il cestino che mi ha mostrato,colorato e variegato, non l’avevo mai visto prima. Un viaggio in terre lontane, posti dove questi pomodori speciali hanno dimora da sempre e che oggi lei coltiva a 900 metri con vista montagne e circondata da castagneti!
Non si limita ai pomodori, ma ci sono anche : fagiolini blu, zucchine gialle, un varietà particolare di fragoline di bosco più grandi e molte altre che vale la pena di scoprire a seconda delle stagioni.
Insieme a lei c’è Patrizio, un ragazzo del posto che collabora con Beatrice in questa avventura. Si conoscono da tempo, ma il momento di fare qualcosa insieme, arriva quando aveva appena perso il lavoro ed era in cerca di una nuova strada da seguire. Lui ha portato la sua passione per le api e fa il miele.
Sono davvero in sinergia: lei un vulcano in fermento, lui pacato e rassicurante.Entrambi grandi lavoratori, trascorrono sul campo molto tempo e infatti è tutto curato e studiato in ogni piccolo particolare.
In comune hanno le famiglie che, soprattutto all’inizio, non sono state grandi motivatrici, anzi. Così, ancora oggi, spesso le nuove idee o i progetti diventavano di uno o dell’altro; un’ottima copertura per portarli comunque avanti.
La svolta per questa piccola azienda è stata la realizzazione del laboratorio di trasformazione che ha permesso di non avere più sprechi e di poter fare prodotti unici e davvero accattivanti.
Ci sono conserve di pomodoro nero, arancione, chips di pomodori colorati, barattoli di peperoncini da tutto il mondo e composte particolari e molto altro.
Per la famiglia di Beatrice, soprattutto per il nonno, questo mestiere era come “un tornare indietro”, anche perché la scelta di recuperare ortaggi di varietà antiche, per quest’anziano non aveva un senso e soprattutto non ci vedeva un reddito con cui vivere. Ma Bea non ha mai mollato!
Dove si trovano i prodotti dell’ Azienda Agricola il Codirosso? Una volta al mese presso il mercato di Robilante, oppure si può chiamare Beatrice, andare in azienda, ed acquistare direttamente da lei. (349 3602087)
https//:www.instagram.com/il_codirosso
C’è bisogno di far conoscere questi prodotti nuovi ed innovativi, ma non è facile, per un territorio montano sono una grande novità.
Beatrice e Patrizio hanno voglia di crescere, di arrivare lontano e di farsi conoscere e qual’è il modo migliore: assaggiare i prodotti, parlarne e chissà, magari, qualche chef, potrebbe decidere di cimentarsi in cucina con queste “chicche” uniche e creare dei piatti colorati e d’impatto che possano portare questi due giovani “contadini” lontano!
Ah dimenticavo: il logo sull’etichetta dei prodotti l’ha creato Beatrice, che è brava in tante cose, e rappresenta una carriola, vuoi sapere perché?
Un giorno le hanno detto che l’unico mezzo che sapeva guidare era la carriola.
Io direi che questa donna timida e molto colta, andando avanti a passi di carriola, di strada ne ha già fatta davvero tanta e sono certa che ne farà ancora.
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