C’erano una volta una sarta, un informatico e un cuoco. Volevano iniziare insieme un’avventura ed il pane, come alimento primordiale, come cibo che sfama e come riscoperta di valori di un tempo poteva essere una buona soluzione per intrapprendere una nuova strada insieme.
La fame, un piccolo forno a legna, nasce da tre persone differenti: Anna, Sirio e Matteo che si conoscono ed iniziano a fare il pane, affitando piccoli forni locali, e vendendolo porta a porta. Lo fanno per due anni e l’esperimento funziona!
Durante una consegna ad una cliente affezionata, scoprono che un piccolo paesino della Valle Stura, chiamato Roccasparvera, possiede un tesoro prezioso: un vecchio forno di fine ottocento, che era spento dal 1984. Era ciò che cercavano! Il forno, dopo una ristrutturazione importante, apre nel 2018. Il piccolo paesino montano accoglie bene la novità, ed i nostri tre personaggi si sentono accolti e con serenità iniziano il loro lavoro, che prosegue tuttoggi.
“Abbiamo fatto una scelta vantaggiosa e non coraggiosa!” mi dice Sirio con il sorriso.
Questi ragazzi non hanno scelto la montagna ma hanno trovato il posto giusto in montagna! Cercavano una dimensione umana in cui vivere, un posto piccolo, al di fuori dai grandi numeri e l’hanno trovato!
Il vecchio forno di comunità, è rinato, ed è tornato a fare il pane come un tempo. Un tempo, le panetterie, diventavano forno di comunità , una volta alla settimana. Si portava la farina e veniva restituito lo stesso peso in pane, ciò che avanzava era il guadagno del panettiere che lo poteva vendere. Oggi la decisione presa è stata quella di sfornare prodotto per tutto il giorno, pemettendo ai clienti di gustare un prodotto sempre fresco e offrendo piccola ristorazione.
Le mani di Anna mi mostrano fiera le pagnotte che ogni giorno questa piccola panetteria sforna, ma al pane si aggiungono torte strepitose, biscotti, pizza, focaccia e piccola ristorazione con piatti tipici come L’ULA, l’antico minestrone piemontese cotto nel forno a legna, la parmigiana di pane, le acciughe con il bagnetto verde e tanto altro da scoprire!
Il locale è molto piccolo, appena due tavolini di fianco ad una stufa,ma l’atmosfera che si respira è di accoglienza e sincerità. Mi sono fermata per qualche istante, e ho assaporato la voglia di non avere fretta, il sentirsi a proprio agio nella semplicità, il percepire l’odore di pane e di casa dei nonni.
Le mani di Sirio non smettono di impastare. Il principale ingrediente per creare il loro pane rustico è la farina del Mulino Cavanna, macinata a pietra, che utilizza grani locali. La panificazione avviene con una lavorazione denominata “Biga di Riporto” pertanto la lievitazione è di circa 22 ore, non ci sono celle di lievitazione ed il pane, a seconda della stagione, ha un gusto diverso. La sua perticolarità è la lunga conservazione, come era per il pane rustico di un tempo, e la pezzatura che non supera i 500 gr per pagnotta. L’obbiettivo era un pane buono e vi posso garantire che ci sono riusciti!
Sirio si alza alle cinque ogni mattina, accende la stufa di casa e poi si dirige al forno, lo accende, e sforna per quasi tutto il giorno. Insieme al nuovo socio, Massi, che ha preso il posto di Matteo, che ha capito di non avere trovato la sua strada. Mentre lo staff che si occupa del negozio, Anna,Luca e Noemi aprono alle 9.00. I clienti più affezionati arrivano! Arrivano per tutto il giorno.
Non posso dimenticarmi di chiedere perche il nome “la fame”. La risposta che ricevo mi fa sorridere. L’appetito non mancava mai ai tre soci fondatori di questo piccolo locale, quindi, quella sensazione di fame era comune e tutti e tre e da qui il curioso nome. Ed inoltre, li accomuna, la voglia di lavorare con chi ha davvero fame e non gusta solo con gli occhi ma ama porzioni generose, cibo semplice e buon pane per saziarsi.
Mi reco spesso alla Fame ad acquistare il loro ottimo pane e i divini biscotti, mi è capitato di regalare e far gustare i loro prodotti ad amici e parenti, ma non conoscevo la storia di quel forno riattivato e di chi, con un sorriso, ogni volta mi vende il suo prodotto. Ricordo che all’inizio non c’era nemmeno il cartello che indicava questo posto, eppure già lavoravano, perchè se c’è passione, gentilezza ed il prodotto è buono il passaparola diventa la migliore pubblicità.
Continuate a seguirmi per altre storie e grazie alla Fame per la graditissima ospitalità!!! http://www.facebook.it/Fannydeicolli http://www.instagram.it/cinzia_dutto_fanny
5 Comments
Che Fame…..
Bella storia grazie Cinzia con il tuo viaggio si scopre luoghi da visitare.?
grazie..ti farò gustare qualcosa!
Be che dire ….. che meraviglia il profumo del pane cotto a legna ….. penso che non ci sia descrizione migliore del “ che meraviglia …. “
Bravissima Cinzia …. Bravissimi i ragazzi della “Fame”…. scommessa vinta ha prescindere
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