“Se non venivamo ad abitare qui, questa frazione si sarebbe spenta! Tra queste mura ci sono le mie radici, è la casa dei nonni, i ricordi d’infanzia: dovevo qualcosa a questo posto e così, ora ci vivo e ci lavoro!”
Apro la storia di oggi con le parole di Jessica, una ragazza giovane,silenziosa, calma, pragmatica che, con il suo racconto, mi ha fatto scoprire una graziosa borgata alpina, esposta al sole, immersa nel verde dove pochi residenti e una manciata di case sorridono al buon vivere.
Siamo in Valle Stura, nel comune di Roccasparvera (CN). Tetto Ciapin, così si chiama questo luogo incantato, si trova a 900 mt di altitudine e la storia di oggi incomincia proprio qui. Jessica è originaria della Valle, con precisione del piccolo paese di Roccasparvera, un borgo di pochi abitanti. A Tetto Ciapin c’è la vecchia casa dei nonni, e papà Valerio vive proprio tra le mura di quella dimora. Un luogo che vede il passare del tempo, una casa che accompagna Jessica dalla sua infanzia fino all’adolescenza, dove diventa una meta poco gradita per via del suo essere isolato, solitario e lontano dalla sua voglia di socialità, classica del periodo giovanile.
Spesso succede che i luoghi del nostro passato vengono dimenticati, ma non per sempre, perché sono parte del nostro cuore, delle nostre radici, così la casa dei nonni, inizia ad essere apprezzata in età adulta, quando si decide qual’è la nostra strada. Jessica studia da Fisioterapista, e per un periodo della sua vita lavora presso una casa di riposo. Appassionata di montagna incontra Andrea, alpinista e meccanico e oggi suo marito. Insieme iniziano una convivenza e dopo un periodo in paese nel 2018 si trasferiscono a “Tetto Ciapin”. In questo piccolo paradiso trascorrono il primo lockdown, sentendosi fortunati per poterlo vivere in un ambiente immerso nella natura, con la possibilità di uscire e trovarsi tra i boschi. Durante questo periodo, senza un particolare motivo, tra le tante chiacchiere di questi due giovani ragazzi, arriva il desiderio di prendere un asino. Mentre tutti in città erano costretti a restare chiusi in casa loro si dedicavano ai lavori più diversi e tra questi la sistemazione di alcuni sentieri, ormai da tempo abbandonati. Pendolari per recarsi al lavoro spesso partivano al mattino e arrivavano la sera, senza la possibilità di vivere nel meraviglioso posto che avevano scelto!
Sentieri, natura e zoccoli equini diventano gli ingredienti per trovare un’attività da poter svolgere a casa, nel posto che tanto amano. La prima asina fortunata che arriva è Kristal. Per il primo anno Jessica e Andrea con corsi, visite presso altri “asinari”, studio e tanta esperienza con la loro asina, mettono nel bagaglio tutto per poi decidere di aprire “l’Azienda Agricola Tetto Ciapin” nel 2020. Jessica lascia il suo lavoro da fisioterapista e trova un lavoro part time in una bottega di paese poco distante. Si dedica così a questa nuova passione che la rende finalmente felice e realizzata.
Dall’anno scorso, in questa azienda si organizzano giornate speciali di avvicinamento all’asino, attività ludiche ed escursioni per grandi e piccini. Puoi trovare tutto sulla pagina instagram https://www.instagram.com//tetto_ciapin
Era da tempo che non sentivo il pelo di un asino tra le mani, il caldo respiro vicino al viso…vedere di nuovo lunghe orecchie ciondolanti intente a brucare erba fresca ha fatto riaffiorare, in me, alcuni ricordi del mio passato da “asinara”. Sono stata felice di constatare come anche per Jessica, il rapporto con questi animali sia unico e meraviglioso. Ora nella grande famiglia di Tetto Ciapin ci sono anche Marta, la giovane mula e Freddie, il più piccolo del gruppo, un giovane di razza ragusana. Sono tutti gentili, mansueti e desiderosi di contatto umano. Abituati a camminare nel bosco, a portare piccoli ospiti sulla loro groppa o gustose merende da consumare nei prati. Hanno già conosciuto molti bambini, famiglie, curiosi che con la pazienza e l’esperienza di Jessica hanno incontrato un animale unico con cui vale la pena passare qualche ora.
Questa coppia di giovani montanari dalle mille risorse, che si sono conosciuti in una palestra di rampicata, hanno davvero tanto da insegnare a chi la montagna la vive distrattamente. Loro ce l’hanno nel cuore, la sentono parte del loro percorso di vita, l’hanno scelta come dimora e la proteggono curandola e mantenendola viva. Andrea è un alpinista, impegnato in imprese considerevoli (l’anno scorso ha raggiunto i 7000 metri), anche Jessica ha la passione per la rampicata e insieme ai loro cani da slitta, si cimentano nello “sleddog” , hanno iniziato a fare sci alpinismo e non mancano frequenti escursioni in montagna: insomma vivono l’ambiente montano a 360° e si vede la passione, il rispetto e la conoscenza per questo mondo.
Non vi preoccupate trovano il tempo per fare davvero tante cose e hanno molti altri progetti futuri, come per esempio trekking di più giorni con gli asini e supporto al trasporto con i muli per rifornimenti ai rifugi in alta quota. Piccoli grandi passi studiati che gli accompagnano verso una strada in cui credono, in sogni tutti da realizzare e nuove sfide da affrontare ma, imparando dagli asini, un passo alla volta, senza fretta e usando la testa!
Sono certa che a qualche lettore sarà venuta la voglia di andare in questo posto magico per conoscere Jessica e i suoi asini! Occorre chiarire alcuni particolari: non si tratta di una fattoria didattica sempre aperta, qui vengono organizzate giornate per tutti, di cui trovate indicazioni sui social, ed incontri per singoli o famiglie che devono essere prenotati e organizzati in anticipo.
Ho chiesto un consiglio a questi ragazzi per chi, come loro, voglia decidere di fare la stessa scelta. “Bisogna sapersi accontentare, sapersela cavare in tutte le situazioni, capire che le difficoltà di non avere tutte le comodità a portata di mano sono ampiamente ripagate dalla libertà che concede una vita in altura con ritmi lenti, buon vivere e natura accogliente!” mi risponde Jessica.
“Ci sono ancora tanti lavori da fare qui, migliorie, sogni da realizzare, ma io sono felice di poter vivere in questo posto e, grazie ai miei asini, di poterlo valorizzare e farlo riscoprire “a passo d’asino”. Conclude sorridendo questa piccola grande donna dal cuore montanaro!
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