Vuoi conoscere la storia di un bimbo che passava il campeggio estivo in un rifugio e da grande ne diventa il gestore? Oggi te la racconto!
Bisogna sapere che tutto parte da un vero paradiso dove cielo e terra sembrano una cosa sola. Siamo a 2300 metri di altitudine, qui nelle sere d’estate il cielo stellato lascia senza fiato, i tramonti sono memorabili, stambecchi, camosci e marmotte sono di casa come i fiori alpini che qui trovano dimora colorando il manto erboso. Per chi ama la montagna, non è possibile non innamorarsi di un posto così! Dove siamo? in Valle Grana (CN), sul colle Fauniera, dove sono andata a conoscere Marco, il protagonista di oggi. Sono salita in una bellissima giornata di sole, limpida, calda e davvero meravigliosa per andare in montagna.
L’attuale rifugio dagli anni ’70 al 2009 è stato una casa per campeggi, si chiamava “Rifugio Trofarello”. Numerose parrocchie utilizzavano questo luogo per portare i ragazzi in vacanza durante il periodo estivo. Uno di questi ragazzi era Marco! Non si sarebbe mai immaginato di diventare il gestore anche se la strada per arrivarci è stata lunga e travagliata.
Per 18 anni fa il pubblicitario per la Stampa e vive a Cuneo, la montagna è nel suo cuore, ma non è il suo lavoro. Nel 2009 la struttura torna al Comune che, non avendo alternative, la lascia chiusa. E’ Marco a chiedere di poterla trasformare in un Rifugio. Certo un’idea vincente, ma costosa per il Comune che si impegna a trovare i fondi necessari per la ristrutturazione cercando dei finanziamenti tramite bandi pubblici, per poi avere un eventuale gestore!
Marco si adopera per creare tutta la documentazione necessaria per la partecipazione ad un eventuale bando, un architetto provvedere alla realizzazione del progetto e poi inizia l’attesa. Tutto resta in un cassetto, la sua vita continua come sempre, ma spesso i suoi pensieri sono verso il suo sogno che deve attendere 10 lunghi anni per poter essere realizzato!
Marco era pronto per entrare nel suo sogno, così pronto da decidere di fare esperienza nel settore della ristorazione: in cuor suo sapeva che prima o poi si sarebbe svegliato oltre i 2000 metri! “Un conto è avere un sogno, averlo chiaro in testa, ma poi bisogna saperlo portare avanti!” mi dice mentre mi racconta la sua storia. Nel 2019 è arrivato il suo momento. Esce il bando comunale per la gestione del rifugio! Nonostante in questo posto ormai da tempo, Marco, ci abbia messo anima e cuore, non è il solo a partecipare alla selezione. Ci sono notti senza sonno, paura di perdere la sua unica occasione, ma alla fine “la fortuna premia gli audaci” e il 22 giugno del 2019 il rifugio apre le sue porte con un felicissimo Marco come gestore, pronto per la sua grande avventura!
“Ci sono sogni che nascono nella nostra testa e che il nostro cuore trasforma in realtà” questa è la frase che si legge aprendo il sito del rifugio (htttps://www.rifugiofauniera.it) e sono queste le parole che mi hanno spinta a voler conoscere Marco e, ora che sò la sua storia, questo posto mi sembra ancora più speciale!
In realtà il rifugio Fauniera, oggi, non è il rifugio classico che tutti si aspettano, ma offre ai suoi clienti delle esperienze davvero uniche. Si raggiunge in macchina, in bici, a piedi attraverso una strada asfaltata. È un rifugio che ricava energia dai suoi pannelli fotovoltaici, che si alimenta d’acqua tramite una sorgente, attento all’ambiente e decisamente “green”.
Puoi dormire in una star box, una piccola casetta con il tetto apribile che ti consente di addormentarti ammirando un fantastico cielo stellato, che qui non è intaccato dall’inquinamento luminoso. Un’esperienza davvero unica!
Oppure ti puoi immergerti in una tinozza riscaldata, lasciando pensieri e stress, ammirando le montagne che ti circonda e gustando un ottimo aperitivo!
Ed ancora puoi farti avvolgere dal calore di una sauna finlandese in legno, immersa nel verde, da cui puoi godere un panorama davvero strepitoso!
Trovi il rifugio su Instagram https://www.instagram.com/rifugiofauniera e su facebook https://www.facebook.it/Rifugio Fauniera
La cucina? Ottima, locale e con materie prime solo del territorio trasformate in loco. Dalle 12 disponibile durante tutta la giornata. Ogni anno ci sono delle novità che seguono la filosofia del rifugio di dare cibo sano e a filiera corta. “Da quest’anno non diamo più latte industriale, ma è il margaro del posto a portarci il latte ogni giorno, che pastorizziamo in cucina, e usiamo per i nostri clienti!” mi dice soddisfatto “Qui serviamo solo latte d’alpeggio e grazie a questa iniziativa il margaro ha preso una mucca in più! conclude sorridendo.
“Oggi la figura del rifugista è un po’ mitizzata!, tutti lo vogliono fare!” mi racconta ancora Marco, quando gli chiedo cosa ne pensa della montagna oggi e dei giovani che vogliono ritornare a viverla. “Fare il rifugista è una scelta di vita che ti coinvolge a 360° insieme alla tua famiglia” “Bisogna avere tanta passione, saper fare di tutto, e non pensare di diventare ricchi! Devi saper accogliere con gentilezza, saper dare “rifugio” a tutti anche dopo 18 ore di lavoro, con un sorriso, delle attenzioni concrete e senza esitazione!” Ecco le sue parole, che ho voluto riportare perché sono dettate dalla sua esperienza fatta sul campo, cosa che suggerisce di fare ai giovani che vogliono intraprendere una strada simile alla sua.
Ho conosciuto Marco ed è stato davvero un bell’incontro, il suo amore per la montagna mi ha colpito. Le nostre ultime parole sono state comuni a quelle di molti altri che ho conosciuto: alla montagna mancano gli aiuti per chi ci vive, per i servizi essenziali, una tassazione che tenga conto del posto in cui si lavora che non sia uguale alle realtà cittadine. “La montagna oggi la vedo meglio di un tempo, viva, capace di accogliere, ma c’è bisogno di sostegno per chi l’ha scelta come casa per vivere e lavorare!” questa è la frase con cui ci salutiamo io e Marco.
Finite le chiacchiere sono arrivati i clienti e Marco è passato da gestore a cuoco e io sono rimasta a gustare un ottimo piatto di gnocchi al Castelmagno (formaggio tipico locale). Ho sorriso e sono stata orgogliosa quando accanto a me ho sentito parlare tedesco, francese, occitano e italiano! Eravamo tanti in quel posto ai confini del mondo, chi in moto, chi in bici altri in macchina, eppure sembravamo tutti piccoli e uguali in quell’immensità. Ho assaporato quel pasto come non facevo da tempo, cullata dalla fresca e piacevole brezza dell’altura, ho gustato prelibatezze e conosciuto meraviglie!
2 Comments
Complimenti hai descritto alla perfezione Marco e la sua passione.
Il rifugio è una perla delle montagne che lo circondano. Non vedo l’ora di tornarci.
Grazie Daniela!