Siamo a Monterosso Grana, un piccolo comune della Provincia di Cuneo che si trova in Valle Grana, non ci sono molti residenti ma in questo angolino di mondo, si respirà già montagna. Lungo la strada che porta a Castelmagno, sulla destra salendo, si trova questo localino caratteristico ovvero “Lou Porti” Agripiola. Ho voluto conoscere chi sta dietro questa porta e così ho passato qualche ora in compagnia di Marzia e Remo, ho scoperto una storia davvero interessante che vi voglio raccontare oggi. Una storia di un nuovo inizio e di un totale cambiamento di stile di vita.
Il locale, oggi totalmente ristrutturato, un tempo era “il portico” della mamma di Remo, che attualmente vive a Caraglio, ma prima viveva a pochi passi da questo antico portico, vicino alla stalla, che tutt’ora viene ancora utilizzata. Remo conosce bene Monterosso Grana, spesso trascorreva le sue estati proprio in questa piccola frazione, con i nonni a fare i lavori più svariati e a divertirsi nella natura, non abbandona mai quel posto, e segue tutte le varie ristrutturazioni fino all’apertura dell’azienda agricola ed infine dell’agriturismo. Finisce le superiori e vive a Torino, frequentando lettere. Apre un’agenzia musicale, “Musiche dal mondo” e questo nome fa capire di cosa si occupava, infatti organizzava concerti per artisti provenienti da tutto il mondo, spesso era in viaggio ma nel suo tempo libero continuava a tornare a Monterosso Grana dove la sua piccola azienda agricola stava prendendo forma.
Il 2008/2009 segna il mondo dello spettacolo, e ciò che ruota intorno ad esso, con una grande crisi e chi più ne fa le conseguenze sono le aziende più piccole e tra queste quella di Remo. Questo uomo, dalla lunga barba e dalla mente colta, non si scoraggia ed inizia ad investire il suo tempo nella piccola azienda agricola in montagna. Capisce che la terra, anche questa volta, non lo può tradire, e che acqua, mani e lavoro bastano per potersi procurare del cibo e diventare, almeno in parte autosufficienti.
Piano piano inizia il suo percorso di conversione all’autosufficienza, abbandona la città e decide di tornare a vivere in Montagna ma con la sua particolare filosofia di vita. Inizia a gestire l’agriturismo, prendendo il posto della mamma. ma solo nel week end perchè nel piatto dei suoi clienti vuole mettere solo cose che produce, e per questo occorre lavoro e tempo.
Ma in questo piccolo mondo antico come fa ad arrivare Marzia?
Marzia e Remo si conoscono nel periodo in cui entrambi lavorano a Torino. Marzia è laureata in architettura, ma non ha mai fatto l’architetto, infatti, per 16 anni lavora in un teatro a Torino, dove inizia a lavorare per mantenersi gli studi, mentre frequenta l’università, inizialmente solo la sera come maschera per poi, con il tempo, diventare, impiegata amministativa addetta ufficio stampa. Con Remo c’è un’amicizia da tempo, il mondo affine da cui arrivano li aiuta ad avere argomenti su cui parlare, scambiarsi opinioni e stare bene in reciproca compagnia ma nel 2014 tutto si trasforma in qualcosa di più ed inizia la loro storia insieme.
Marzia lavora fino nel 2016 a Torino, amava quel mestiere che da sempre l’aveva accompagnata, ma sentiva anche voglia di cambiamento. Tra il 2014 e il 2016 Marzia si prepara alla sua nuova vita, facendo un corso di cucina ed uno di pasticceria, e viaggiando con la sua valigia sempre in macchina tra montagna e città. Un percorso che sfocia nella sua scelta di trasferirsi definitivamente a Monterosso Grana, a vivere con Remo, alla fine del 2016 lasciando definitivamente il suo lavoro.
Ho chiesto a Marzia come è stato per lei vivere questo forte cambiamento. Mi dice che è stato diverso! Ma spiego meglio. Lei ama questo posto e la vita differente che la montagna propone e quanto torna a Torino, si sente comunque bene, anche nel caos, nel centro storico, come si sente appagata isolata nei boschi o con le mani nella terra. Mi dice però, che l’unica cosa di cui si rende conto e la infastidisce, è il rumore e lo smog, che percepisce molto anche se resta per pochi giorni in città.
Certo, prima non si era mai preoccupata del riscaldamento, se non pagando le bollette, ora invece occorre mettere la legna, accatastarla, prepararsi per l’inverno. In città si muoveva spesso a piedi, con i mezzi o in bicicletta ora qui, in montagna, le distanze sono più lunghe e per fare provviste occorre prendere la macchina. Grandi differenze all’inizio che ora, con il tempo sono diventate più piccole, e non sono più un disagio. Per Marzia un cambiamento a 360°, per lo stile di vita, per il lavoro totalmente differente, per essere passata da dipendente a doversi mantenere con le proprie forze e perdere la certezza dell’accredito dello stipendio costante e sicuro ogni fine mese! Ma è felice della sua scelta che rifarebbe senza indugio.
Marzia e Remo, una coppia che arriva da un altro mondo ma che ora sta lavorando costantemente verso una vita autosufficente, che oggi quando si siede a tavola può dire che almeno l’80% dei prodotti che mangia proviene dal lavoro delle loro mani, dai frutti della terra, dalla collaborazione con la montagna e chi la vive! Non poco in un mondo che va verso la dipendenza economica e l’assenza di autonomia, ma un mondo, che sono certa, piano piano, tornerà alle origini.
Ora, però, parliamo di che cos’è Lou Porti, perchè non è un semplice locale ma è un’azienda agricola, un Agripiola, un affittacamere ed è divurgazione di Agricultura. Il fulcro di tutto è certamente Remo, un uomo riflessivo, con la testa nella tradizione innovativa e le mani nella terra pronte a fare nuove scoperte. Un uomo con cui è stato davvero piacevole chiacchierare ed ascoltare come il suo progetto di autosufficienza ogni giorno prenda più forma e di anno in anno sia diventato sempre più pensato, voluto e costruito. Nella sua testa c’è un’autonomia quasi totale ed in continuazione aggiunge piccoli pezzi al suo puzzle per arrivare al suo obiettivo: una filiera autosufficiente al 100%.
Ogni cosa, in questa azienda, ha un perchè. Si rispettano le stagioni, si coltivano ortaggi dalla tarda primavera fino all’inverno inoltrato, si raccoglie frutta e si trasforma l’eccedenza per averla nei periodo invernali, si coltivano cereali, in particolare il grano gentil rosso, un varietà antica, si allevano mucche, pochi capi, ma che garantiscono la carne e il latte per tutto l’anno, ci sono le galline per le uova e completa tutto un piccolo mulino con cui Remo, macina i propri cereali, creando farine per pane, polenta, dolci, tutto ciò che può servire.
Nei campi vicini a casa e più pianeggianti, sono gli asini ad aiutare nel lavoro, che, come spiega Remo, hanno una propria volontà e dei tempi a volte molto dilatati, quindi non sempre la collaborazione è garantita, ma non importa, il contadino è anche questo, amore e rispetto per i propri animali e per un ritorno al passato, dove non si inquina e non si spreca.
Una coppia che lavora per essere autosufficiente, che ci crede, che vive la montagna e che ha creato una rete con la gente del posto con cui intrapprende scambi, aiuto e collaborazioni reali. Due persone collaborano con Marzia e Remo, Buba, il valido aiutante tutto fare, ed una ragazza che aiuta ma part time e nelle emergenze! Una bella squadra dove ci si capisce e ci si aiuta al di là del rapporto datore di lavoro – dipendente.
Dopo l’incontro con Marzia e Remo non ho resistito ed una sera sono andata a provare cosa offriva questo piccolo e grazioso locale della Valle Grana. Come già avevo intuito, sono stata benissimo, un posto intimo, con pochi coperti, dove ho sentito il gusto di ogni singolo ingrediente, ho percepito il calore di un luogo dove si respira semplicità e, soprattutto, autenticità sia nel cibo che nei rapporti umani. C’è un menù che cambia ogni volta, a seconda dei prodotti che l’azienda ha in quel momento, quindi si ha la garanzia che quello che c’è nel piatto sia produzione propria e credetemi si sente!
E’ stato bello conoscere Marzia e Remo, entrare nel loro mondo, ho apprezzato il loro stile di vita che comporta sicuramente sacrifici, lavoro e determinazione, ma che loro hanno scelto e non abbandonano, anzi, portano avanti innovando e migliorando costantemente. Non ho le capacità, il tempo e forse nemmeno le energie per avere come obiettivo una vita di autosufficienza ma l’incontro con loro mi ha fatto apprezzare il mio riscaldamento a legna, il piccolo orto che il mio compagno fa ogni anno, ha incrementato la voglia di prendere quelche gallina e di ritornare ad utilizzare le erbe selvatiche, che un tempo servivo ai clienti del mio agriturismo. Tornare alle origine è una scelta difficile per tutti, per alcuni forse, addirittura improponibile, ma nel nostro piccolo possiamo scegliere di comprare da chi produce poco ma di buona qualità, da chi ci mette le mani, la faccia e la fatica nel suo prodotto, da chi ci può far aprezzare i sapori di un tempo e rispetta la stagionalità dei prodotti. Piccoli gesti che possono fare la differenza.
Se passi in Valle Grana, vai a trovare Marzia e Remo, assaggia e acquista i loro prodotti, condividi con loro la tua storia e lasciati trasportare dalla tranquillità delle loro anime, che appagate, trascorrono le loro giornate con le mani nella terra e la testa nel futuro!
“Lou Porti” sul web: http://www.louporti.it
instagram : http://www.instagram.com/louporti facebook: http://www.facebook.it/Agripiola Lou Porti
Questa storia finisce qui ma il prossimo lunedì ne arriverà un’altra e ancora ce ne sono tante da svelare perchè intorno a noi ci sono ancora tantissime persone speciali da scoprire! A presto e un saluto dalla “cacciatrice di storie”.
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