Oggi ti racconto una storia speciale che ha come sottofondo una musica che arriva dalle radici della mia terra, un viaggio nella vita di Paolo, un falegname montanaro che ha saputo reinventarsi evitando così di perdere il suo mestiere prezioso.
Siamo in Valle Gesso e ho avuto il piacere di conoscere il protagonista della storia di oggi nel suo laboratorio. Qui, tra il profumo del legno e mille attrezzi, mi sono persa nella sue parole.
Siamo in Valle Gesso (CN), nel piccolo paesino montano di Valdieri.
Papà ragioniere, originario del posto, e mamma casalinga, nata in Trentino, per amore si trasferisce nella Valle Gesso ed è qui che da sempre vive Paolo, con il fratello e la sorella.
Dopo il percorso scolastico obbligatorio, frequentato nel paesino di nascita, inizia gli studi di Ragioneria, ma capisce subito che, a differenza del papà, quella non è la sua strada.
Lo aveva già intuito alla fine della terza media, dopo un’esperienza in una piccola falegnameria del paese. Aveva solo 14 anni, ma aveva capito che il legno, trasformato nelle sue mani, gli dava una gioia particolare, la stessa che emergeva quando aiutava il nonno a realizzare gli utensili per coltivare la terra.
Scopre, per caso, una scuola di restauro e scultura a Cuneo, un triennio professionale che dava la possibilità di imparare moltissime cose con molte ore di pratica, sia artistiche sia legate al mondo dei mobili e dei lavori di falegnameria classica.
Lascia la scuola di Ragioneria e inizia questa nuova formazione.
La frequenta per due anni e poi, un falegname del paese, gli offre la possibilità di lavorare presso la sua bottega. In questo posto si occupa principalmente di serramenti.
Nel suo percorso, durante il periodo presso la scuola professionale, ha la fortuna di incontrare un grande maestro del legno, Michelangelo Giraudo, la sua voglia di creare opere e di lasciare libera la fantasia per modellare la materia grezza, torna e prende il sopravvento.
Lascia così il lavoro in bottega e inizia a lavorare presso questa nuova attività artistica e di restauro.
Resta qui per due anni ed alla fine di questo percorso decide di aprire il suo laboratorio.
Tutto nasce nella vecchia casa dei nonni.
Un piccolo laboratorio artigianale dove si mischia falegnameria con lavori artistici e di restauro che gestisce insieme a suo fratello Marco.
Ma i tempi cambiano e anche le necessità e le tasche dei clienti che a mobili su misura in legno massiccio, iniziano a preferire mobili da assemblare in autonomia e più economici. Dopo dieci anni di lavoro e poi arrivano tempi duri, in cui Paolo mi confessa di aver pensato di mollare tutto, ma qualcosa lo porta di nuovo a trovare una nuova strada.
Si concentra di più sulla parte artistica, che da sempre lo accompagna ed inizia a portare le sue creazioni sui mercati e a fare lavori per privati.
Questo uomo dal cuore montanaro e dalle mani capaci di creare meraviglie non ama la monotonia. Ha bisogno di trovare sempre nuovi stimoli, di esplorare nuovi mondi da cui trarre ispirazione per le sue opere.
Una sera d’estate, immerso nel lavoro nel suo laboratorio, entrano dalla porta le note di un organetto. Uno strumento capace di regalare suoni meravigliosi e di catturare anche le menti più assorte. Paolo si ferma e, trasportato da quella musica, decide di voler provare a suonarlo.
“Non era la prima volta che sentivo suonare un organetto” mi dice “Ma quella sera è successo qualcosa di inspiegabile che mi ha spinto a voler conoscere quella musica e mi ha fatto venire voglia di provare a suonarlo” conclude sorridendo.
Si iscrive ad un corso ed impara. Capisce di avere una dote e in poco tempo la melodia esce dalle sue mani.
L’organetto, che si può descrivere come una piccola fisarmonica, anche se molto diversa come suono e struttura, è fatto per la maggior parte in legno. Paolo, geniale e sempre alla ricerca di nuove sfide, decide di costruirne uno.
“Ho smontato pezzo per pezzo un organetto di un mio famigliare e ho osservato ogni singolo pezzo per poi ricrearlo. Non è stata un’impresa facile, ma con pazienza e passione ci sono riuscito” mi dice mentre mi mostra i pezzi di un organetto che sta costruendo.
Perché alla fine è andata proprio così: oggi Paolo è l’unico costruttore del nord Italia di organetti. I suoi pezzi sono unici, occorre, a seconda del pezzo, da un mese a quattro mesi per la costruzione di uno strumento. Puoi trovare delle informazioni qui https://www.facebook.it/GliOrganettiDiatonicidiPaoloGiraudo
“Da quando ho cominciato, nel 2008, ne ho costruiti una sessantina” mi dice “Ne faccio pochi pezzi, circa 2 o 3 all’anno. Si tratta di un lavoro artigianale che svolgo durante l’inverno, perchè d’estate ho un altro lavoro, faccio il rifugista”
Paolo e suo fratello hanno infatti due lavori: costruttori d’inverno e rifugisti d’estate.
Questo grande artigiano lo puoi trovare, infatti, al rifugio Morelli Buzzi nella bella stagione, dove non manca mai la musica e il buon cibo, e quando scende la neve lo trovi nel suo laboratorio intento a creare piccoli pezzi da assemblare per creare i suoi strumenti magici.
Se vuoi conoscere il Paolo rifugista devi salire oltre i 2.300 metri s.l.m tra il 15 giugno e il 15 settembre ed immergerti nella vera montagna! https://www.rifugiomorellibuzzi.com/
C’è un simbolo su ogni pezzo che esce dalle mani di Paolo, un timbro che lo identifica: il tridente del diavolo e un cuore. Una cosa curiosa che ha una spiegazione molto chiara.
Un tempo, la musica, fu ritenuta dalla Chiesa demoniaca e bandita ovunque, ma nonostante questo si tratta di qualcosa che viene dal cuore ed è comunque arrivata fino ai nostri giorni.
La musica occitana è un bene prezioso, la melodia delle nostre montagne che dobbiamo conservare e tutelare. Negli ultimi anni le iniziative sono diventate tante, ballare e ascoltare musica occitana per molti è consuetudine. Paolo ha scelto di fare la sua parte per portare avanti questa tradizione e gli sono grata.
Per me si tratta di una musica che porto nel cuore e conoscerlo è stato davvero una bella scoperta. Prima di salutarci ha preso il suo organetto tra le mani e ha liberato nell’aria quelle note, a me tanto care, che mi portano alle mie radici ed è stato un grande regalo!
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