Dronero è una bellissima cittadina ai piedi della sorridente Valle Maira (CN)
Un borgo affascinante, ricco di storia, di attività che ci sono da sempre, di vita e di meraviglia, come ogni paese ai piedi delle montagne. Un luogo di passaggio per raggiungere le vette e percorrere la tortuosa strada che attraversa una valle che del turismo ne ha fatto la sua missione. La storia di oggi, però, arriva da quella piccola appendice, che tutti conoscono, ma che spesso non si sente parte del grande paese, che si chiama Tetti di Dronero (CN). Conosciuta per il “famoso pane dei Tetti”, che ancora oggi viene venduto, nasconde una bottega in centro paese, che esiste da sempre, ma che da qualche tempo ha una nuova gestione. Qui, Simone, un giovane ragazzo del posto, ha creato un piccolo mondo antico e ha fatto una scommessa con il suo futuro.
Per Simone, la piccola frazione, è casa da sempre, perché trascorreva moltissimo tempo con la nonna, che è stata capace, con le sue storie e i suoi aneddoti, di fargli amare quel piccolo posto lontano da tutto.
Questo ragazzo ottiene un diploma tecnico presso l’ITIS di Cuneo e finiti gli studi inizia la sua vita in fabbrica, dove si ferma per un anno, stufo della precarietà di un percorso da interinale. Finita questa esperienza, lavora per un periodo in Valle Varaita, presso un’importante azienda che si occupa di coltivare e trasformare erbe officinali.
Come tutti giovani, anche Simone, si vede costretto a cambiare molti lavori e torna ancora in fabbrica e per un periodo fa il trasfertista.
Per caso e per amicizia si presenta l’occasione di fare il panettiere, proprio a Dronero, vicino a casa. Il pane in famiglia lo ha sempre fatto, non è qualcosa di sconosciuto, inizia così ad imparare le malizie e i segreti di un mestiere che richiede impegno, costanza e levatacce.
La buona volontà non manca di certo, a questo giovane ragazzo del 1997, avendo il pomeriggio libero inizia a coltivare un grande orto. Un lavoro che lo gratifica, che gli ricorda la nonna, le tradizioni di un tempo.
Io però, Simone, l’ho incontrato in una piccola bottega, intento a vendere la sua verdura e tante specialità del territorio. Ma come è arrivato qui?
La Bottega in questo piccolo paese è nata nel 1957, quando Mariuccia e suo fratello, hanno aperto, offrendo al posto pane fresco tutti i giorni e un negozio dove acquistare beni di prima necessità. Una bottega che per loro era anche casa e dove, il piccolo Simone andava a comprare le sue caramelle preferite, da solo o per mano alla nonna.
Le stesse caramelle che oggi sono in bella vista nei barattoli originali, che ha recuperato in cantina, e che ricordano i tempi passati, solo che oggi, a venderle, c’è Simone.
L’anno scorso, la bottega aveva bisogno di nuovi gestori per non chiudere, e così la decisione di prenderla è arrivata, sapendo del supporto della famiglia, e con la voglia di ridare a quel posto il ricordo dei tempi in cui, dietro al bancone, c’era una sorridente Mariuccia, che di quel piccolo angolo di mondo ne aveva fatto la sua vita.
Per ricordarla ora il negozio porta il suo nome, e ci sono tante cose che parlano di lei: la vecchia bilancia, il suo alloggio nel retrobottega e il forno a legna, nel pastino del negozio, dove suo nipote sforna ancora il famoso “pane di Tetti” che si può trovare ogni giorno, ma solo al mattino perchè finisce subito.
“La bottega di Mariuccia” (https://www.instagram.com/labottegadimariuccia )ora è un nido per Simone e tutta la sua famiglia, in questo posto parenti con il cuore pesante hanno trovato un po’ pace, un fratello in cerca di autonomia, in un posto più protetto, trova il modo di essere di aiuto, e una mamma instancabile ha potuto far riscoprire la vecchia torta rustica di pere, specialità del posto, che mangiava da bambina.
Sono stata in bottega ad ascoltare la storia di Simone, un ragazzo che fa tre lavori, che non ha mai smesso di sorridere, di essere gentile, di mostrare empatia e semplicità.
Mentre si stava raccontando, è stato bello vedere come molte persone fossero di casa. La sua famiglia è conosciuta in paese, perché qui ci sono le sue radici, tutto è stato più facile con chi vive in paese, ciò che manca un po’ sono i turisti, i curiosi, quelli che in quel posto ci devono andare apposta, e io mi auguro che questa storia vi faccia venire voglia di andare a conoscere questa piccola realtà che tra i suoi scaffali propone formaggi del territorio, specialità locali, pane, la verdura dell’orto di Simone, e,in stagione, “la torta di pere di tetti”.
Che cos’è: un dolce tipico, ripieno di pere madernasse cotte nel vino e tanti altri ingredienti speciali, che ricorda profumi e sapori d’un tempo e di cui è stata depositata la ricetta.
C’è ancora una piccola perla in questa storia, ovvero l’ospitalità.
A pochi passi dalla bottega, infatti, si trova la “Casa Vacanze Nidi di Rondine”, (https://nididirondine.com/) gestita da questa bella famiglia, che nel territorio e nelle radici ha davvero deciso di credere ed investire. Si tratta di un bellissimo posto, rustico, arredato con stile e ricco di ricordi passati. Un luogo dove potersi rilassare trascorrendo del tempo in contatto con la natura,in pace e relax assoluto.
Una piccola bella storia, fatta di persone concrete, giovani speranze e mani sempre all’opera. Un esempio di come, conservare la memoria, ricordare chi un tempo ha regalato tanto a un territorio, e che ora non sorride più dietro a un bancone, ma ha comunque lasciato un segno.
Spesso, quando entro in un posto che esiste da tempo, vorrei poter conversare con i muri, perché hanno vissuto ogni periodo di quel luogo, non si può, è un desiderio sciocco, ma sono certa che, quelli della “Bottega di Mariuccia” oggi sorridono di nuovo!
3 Comments
Grande Simone, ragazzi come te ce ne vorrebbero tanti. Ti auguro un meraviglioso futuro e chissà che un giorno non salga a trovarti? ???
Sarebbe un ottima idea!!!
Sarebbe un ottima idea!