Ci sono della storie che mi sono piombate addosso, altre me le hanno consigliate, alcune sono apparse per caso sulla mia strada. Quella di oggi, invece, l’ho cercata e voluta io, perchè, nella mia testa era già costruita, si trattava solo di aggiungere qualche dettaglio del protagonista e farvela conoscere.
Nulla è stato come pensavo, però! Ho conosciuto Michael in un pomeriggio di Novembre, gli avevo scritto più volte per andare a conoscerlo, e quel giorno, finalmente, ero davvero felice di poterlo incontrare. Qualche chilometro in macchina, un pezzo di strada sterrata, e tra dubbi, incertezze e la paura di essermi persa nel bosco, dopo un po’ di percorso a piedi, sono arrivata nel suo mondo, ovvero una bellissima baita, circondata da boschi, e isolata dal resto del mondo.
Quando vado ad intervistare qualcuno che non conosco, provo sempre una certa emozione e cerco di arrivare in punta di piedi, perchè chi si racconta si dona a me e, in qualche modo, mi fa entrare nella sua intimità. Con me avevo un cestino di verdure dell’orto, qualche mela, pere e noci ovvero una sorta di “proposta” per rompere il ghiaccio, con quest’uomo che mi ero immaginato solitario e distaccato: le mie verdure in cambio del suo tempo!
E’ bastato il suo modo di accogliermi, il suo sorriso e la stretta di mano forte e decisa a farmi capire che non era il burbero eremita che mi ero immaginata, anzi ho capito di essere nel posto giusto con la persona giusta!
Immersi nella natura, contornati dai rumori del bosco, davanti a un tisana, nel giardino dietro casa, inizio ad ascoltare la storia di Michael, credo la più incredibile che abbia mai ascoltato, e anche se parte da lontano arriva proprio dove sono seduta oggi con lui.
Michael nasce in un paese chiamato Mortsel, vicino ad Anversa, nelle Fiandre del Belgio. Vive con la sua famiglia in questo luogo fino ai 12 anni e poi si sposta a Barcellona dove segue il liceo Francese, impara lo spagnolo. Torna però in Belgio per frequentare l’università, ma nella parte francese in Vallonia, dove si laurea in Archeologia e Storia dell’arte. La sua tesi di laurea tratta un tema molto particolare: l’eruzione vulcanica nell’epoca prepompeiana. Un argomento che desta interesse e gli dà accesso a diverse borse si studio che lo portano in Italia, precisamente a Roma, dove resta per qualche anno come borsista. In questo periodo la vita di Michael è un susseguirsi di spostamenti concentrati nell’Italia del Sud, proprio per i suoi studi legati alla passione per i vulcani. In Italia trova anche l’amore, in Calabria, nel sud più radicato con usanze e tradizioni, ma lo spirito libero di Michael e la sua necessita di ampliare gli studi, non gli permettono di mettere radici e dopo cinque anni il matrimonio finisce.
Nuova meta: le Dolomiti. Vive a Belluno per 5 anni e qui riscopre la passione per la montagna, inizia a viverla, a scoprirla camminando e sente che questo è il suo luogo! Trova lavori saltuari e preferisce il turno notturno per dedicare la giornata alle escursioni, lavora l’inverno e si licenza all’inizio dell’estate per poter andare da giugno a settembre in montagna.
Per Michael il lavoro è un mezzo per sopravvivere e non il modo per realizzarsi! Lavorare per potersi permettere di fare altro, ed in quest’altro, c’è tutto ciò che il suo spirito libero ama fare. Avere tempo per se stessi e fare ciò che più si ama per Michael è il più grande regalo che si possa avere nella vita.
Nel 2005 la svolta: Michael compra un camper ed inizia la sua vita da nomade. Un’avventura che dura 10 anni, in cui non mette radici da nessuna parte, vaga libero e solitario alla scoperta di se stesso.
In questa parte della sua vita per la maggior parte fa il bracciante agricolo, lavora quattro o cinque mesi all’anno spostandosi dalla Norvegia , alla Provenza per la raccolta della olive fino ad arrivare nell’inverno in Marocco. E’ qui che si appassiona alla “Caccia delle Meteoriti”, qui tesse rapporti con i nomadi del posto riuscendo a non essere più un estraneo.
Nel 2011, proprio grazie a questa collaborazione, viene informato che una meterorite è stata individuata proprio nella zona delle sue ricerche. Questo ritrovamento cambia la vita di Michael che si ritrova tra le mani dei pezzi rarissimi di una meteorite che sono la sua vera e propria fortuna!
Una fortuna che Michael decide di investire trovando una casa, ed è qui che la storia diventa incredibile! Grazie a quella meteorite, proveniente da Marte, Michael arriva nella “Baita Castagnè”, 1000 mt di altitudine, dove lo incontro oggi. Un annuncio trovato on line lo porta qui, nel cuneese, a diventare l’unico abitante di un posto che si stava dimenticando, disabitato dal 1960, denominato “Prato Gaudino”, nel comune di Cervasca (CN).
Perchè scegliere proprio questo posto? Perchè in lui c’era il desiderio di un luogo riservato ma accessibile, dove la strada si concludesse e non si potesse andare oltre, a contatto con la natura, in un ambiente alpino incontaminato!
Da nomade ad abitante, perchè questa scelta? Perchè Michael si voleva mettere alla prova! La vita libera, non prevede scelte, vincoli o decisioni difficili, si può vivere alla giornata, lasciare un posto se non piace, cambiare luogo se non si è felici o il clima non ci soddisfa. Per fermarsi occorre un altro spirito, un’altra mente e,nel suo caso , un po’ di coraggio!
Dopo la diffidenza iniziale degli abitanti del posto, che vedevano in lui uno straniero fuori luogo, la sua storia, arrivata a molti giornali e tv, ha aperto le porte a curiosi ed emulatori. Ora ,che i riflettori si sono spenti, la vita di questo filosofo di montagna, dagli inconfondibili occhi blu, è molto semplice ed il suo spirito continua ad essere libero, libero di avere la sua opinione, di esprimere la sua idea senza accettare imposizioni o costrizioni.
Michael vive con poco, ha scelto di non chiedere il “reddito di cittadinanza” perchè non lavora per scelta e pertanto, non lo ritiene giusto. Una volta al mese, a piedi, scende in paese a fare la spesa, legge, studia, scrive e si accontenta di ciò che ha. Organizza degli eventi, perchè non è un vero eremita, ma crede nei rapporti umani, quelli autentici di una volta, quelli in cui si condivideva qualcosa insieme, si scambiavano opinioni e ci si guardava negli occhi non attraverso uno schermo. Il mondo ha bisogno di rincontrarsi, di tornare alla semplicità, di togliere la diffidenza che blocca spesso i rapporti umani.
Ho passato qualche ora in compagnia di Michael e ho letto nei suoi occhi quello che manca nel mio animo: la pace interiore! Michael non ha paura di dove vive, di cosa fare, di dire ciò che pensa, di schierarsi , del giudizio degli altri e di cosa succederà domani .La sua è una vita libera, che necessita di poco, in cui può perdersi studiando, scrivendo o semplicemente nei suoi pensieri!
Ogni tanto torna in lui la voglia di partire, perchè fatica a restare in un posto, il suo spirito nomade esiste, fa parte di lui, ma ha deciso di restare qui, di sfruttare il suo tempo nel modo che più lo fa star bene. Pochi soldi gli bastano per vivere perchè si sa accontentare!
Gli ho chiesto se consiglierebbe la vita in montagna. La sua risposta mi ha fatto riflettere. “La montagna deve essere una scelta consapevole, un posto in cui si va per stare bene, non per fuggire da qualcosa, non può essere un esperimento o un’invasione ma deve essere la conseguenza di un percorso” mi dice con parole posate e studiate.
Mi sono portata via queste parole di Michael, che mi hanno regalato qualcosa su cui riflettere: ” Se non stai bene in un posto prendi un mezzo, uno zaino e parti perchè l’ambiente in cui vivi e come lo vivi, condiziona tutta la tua vita!”
“Non lamentarti se le cose non vanno, esplora la vita, valuta tutte le possibilità che ti offre, apri i tuoi orizzonti e cerca in ogni crisi della tua vita, un’occasione per cambiare!”
Michael ha un profilo instagram molto seguito http://www.instagram.com/storiedapragudin e qui puoi trovare gli eventi che organizza, e leggere di lui e della sua vita!
Questo montanaro filosofo ha lasciato un segno nel mio percorso, lo avrei ascoltato parlare per ore! Perchè ci sono parole che certe volte fa bene sentirsi dire, ci sono persone che viaggiano con l’anima e ti toccano l’anima, e ci sono storie che devono essere raccontate e, a quella di oggi, dovevo dare voce.
Grazie a questo grande uomo per avermi accolta! Al prossimo lunedi!