In una piccola casa dalle finestre azzurre, baciata dal sole, circondata da vecchi caseggiati in pietra e prati fioriti si trova il piccolo mondo della Cuciniera. La sensazione di entrare in un regno di cristallo, intimo e delicato svanisce quando lei ti accoglie e, con il suo sorriso, ti avvolge.
Quando si apre la porta della cucina è tutto chiaro: questa donna, con il grembiule addosso, le mani delicate e la grande sicurezza tra pentole e fornelli, con i suoi pasti regala tutta la felicità che si crea in lei mentre cucina. In un angolo la sua giacca e la grande borsa marrone. Lì è nascosta la storia della sua vita, che non è stata piacevole e colorata come i suoi gustosi piatti, direi piuttosto un percorso accidentato dove però, il traguardo è fatto di felicità e buon vivere. Quando lascia la sua giacca e mette il grembiule tutto il passato scompare e lei diventa “La cuciniera” che è oggi!
La storia di Eleonora ve la racconto in punta di piedi, con la voglia si farla conoscere, senza invadere il suo spazio. Una storia che ho ascoltato, accoccolata sulle sedie, sapientemente sistemate davanti a casa. Una storia che mi ha fatto capire che bisogna trovare qualcosa che ci dà la forza di vivere, di essere felici, di sentirsi realizzati perchè sarà questo qualcosa a farci riemergere dai momenti bui!
Eleonora nasce a Giaveno, in provincia di Torino, ma le sue radici, da parte del papà sono nella Valle Maira a Roccabruna (CN) in Borgata Gautero, a 800 mt di altitudine, dove ancora oggi c’è la vecchia casa di famiglia. Una casa popolata per tanti anni, che poi resta vuota in settimana, ma si rianima nei weekend, come casa vacanze, dove spesso Eleonora passa le sue giornate di bimba felice. Un luogo che per lei è sempre stato sereno, un posto custode di bei ricordi, un ambiente che profuma di infanzia, feste, tavolate piene di cibo, risate, amicizia e spensieratezza.
Dopo gli studi da Ragioniera,e una prova in un ufficio senza successo, a vent’anni, Eleonora apre un locale a Valgioie, sotto la Sacra di San Michele, un paesino poco distante da Torino. Con lei sua mamma e Marco, il suo compagno, un bravo sommelier, diplomato all’istituto Alberghiero. Lei cresciuta nel ristorante della sorella della mamma, inizia con il compito di tenere la contabilità, anche se in realtà si appassiona fin da subito alla cucina, leggendo libri e sperimentando. Arriva però presto il suo momento: un problema di salute della mamma, le offre uno spazio in cucina e di qui parte la sua strada da cuoca!
Si tratta di cucina classica piemontese offerta in una locanda di paese, qui, però, si può dire che Eleonora impara moltissimo lavorando in prima persona e districandosi fin da subito tra i fornelli. Sente che cucinare è ciò che la rende felice, è la sua strada. Una vita serena, vissuta con il suo compagno, un bellissimo bimbo, Alessandro, di un anno e mezzo e un ambiente lavorativo famigliare che la appaga.
Qualcosa però arriva a spegnere questo sogno: certe volte la vita dona altre volte toglie! Una notte, Marco, il compagno di Eleonora a causa di un malore, non si sveglia più e per cinque anni rimane in uno stato di coma vegetativo. Cosa può fare una donna in questa situazione? Inizialmente farsi avvolgere dallo sconforto, disperarsi, perdere il sorriso, ma poi si alza le maniche ed inizia a vivere una nuova vita, difficile, a tratti insostenibile, ma necessaria per lei, suo figlio e il suo compagno!
L’attività viene chiusa. Eleonora si dedica al nuovo Marco, spostandosi in vari ospedali in tutta Italia, aiutandolo nella riabilitazione, vivendo accanto a lui tutti i momenti possibili e allo stesso tempo facendo la mamma. Un medico le lascia le parole giuste: crea da ciò che hai, anche se il tuo compagno non sarà mai più lui, tu cerca di creare una relazione con lui, come ti è possibile!
Eleonora scopre lentamente che non avrà più il Marco di un tempo, può migliorare la sua vita ma non può aspettarsi un risveglio. Inizia a lavorare presso terzi, anche per sostenere le spese delle cure, come cameriera ma non come cuoca.
Eleonora non cucina per moltissimo tempo, nemmeno a casa, in lei si spegne qualcosa. Il cibo è dono, è espressione di felicità, di benessere interiore: se si cucina con il cuore, e tutto questo manca, non si è più capaci di farlo. Il suo grande armadio interiore, con tutti gli ingredienti per regalare al mondo ottimi piatti, era vuoto!
“Qualcosa dentro di me ha detto: Basta!” mi dice mentre io mi asciugo le lacrime. ” E’ fisiologico prima o poi bisogna rinascere perchè non si può sprofondare per sempre!” continua con un sorriso disarmante!
Questo suo grido di aiuto gli ha fatto incontrare Raffaele sulla sua strada! Anche questo un percorso in salita, che per un anno si cela dietro messaggi senza incontri, ma poi arriva ad un’unione.
Questa anima speciale ha aperto le sue braccia ed ha accolto Eleonora con tutto il suo fardello di dolore, paura, rabbia e smarrimento. Ha capito che la vita poteva ancora sorridere a questa donna apparentemente spezzata, ed ha iniziato con lei un viaggio fatto di amore, vicinanza e risveglio!
Se oggi esiste “La Cuciniera” lo dobbiamo a tante cose: a quei libri di cucina regalati da Raffaele insieme agli utensili più svariati, un chiaro invito a rimettersi ai fornelli. A un libro, quello giusto, “Il ristorante dell’amore ritrovato” di Ito Ogawa, dove frasi come “sognavo che il mio ristorante potesse suscitare al tempo stesso meraviglie e intimità” hanno fatto nascere in Eleonora il desiderio di riprovarci. Lo dobbiamo all’amore dei suoi figli, della sua famiglia, delle persone che ha incontrato lungo la sua difficile strada che l’hanno consolata, accompagnata e protetta senza chiedere, rispettando il suo dolore.
La casa di famiglia, dove c’erano i suoi ricordi più belli, diventa il piccolo home restaurant di Eleonora, torna alle sue radici lontano da tutto e da tutti. Nel 2020, qui, crea il regno della Cuciniera: un luogo magico, intimo, dove tutto ha un suo perchè. Un trionfo di piatti antichi, tazzine in porcellana, pizzi della nonna , dettagli unici e atmosfera d’altri tempi.
Pochi posti, attenzione massima verso gli ospiti, cibo curato, semplice e delizioso. Cibo che cura mente e corpo e in cui lei può mettere tutta se stessa. ” Le persone devono sentire che qui si sta bene, perchè e qui che io sono rinata!” mi dice con gli occhi lucidi!
Il nome la Cuciniera arriva da un ricordo d’infanzia di una sorella settantenne della nonna che, la domenica, faceva dei pranzi incredibili, in una cucina rosa. Arrivare davanti a quella tavola era, per Eleonora, la meraviglia, la felicità. Questa Zia francese si faceva chiamare “La Cusiniera” e da qui il nome che ha scelto per il suo grazioso Home Restaurant.
Una sala accoglie gli ospiti con di fianco una cucina. Un menù, concordato con i clienti, prevede un aperitivo di benvenuto, antipasti, primo e dolce e soprattutto l’esclusiva della sala pranzo, solo un tavolo per volta. Apertura solo nei fine settimana. Eleonora si dedica ai suoi ospiti con dedizione e attenzione: mangiare qui vuol dire regalarsi una gustosa coccola. Qui puoi trovare i contatti: https://instagram.com/la.cuciniera su instagram https://facebook.it/lacasadieleonora telefono 3661853462
Marco poco prima dell’apertura del Home Restaurant, se ne è andato, ma in questo posto e nel cuore di Eleonora c’è ancora. Marco è il prezzemolo che decora il piatto, la punta di salsa che lo rende speciale, la goccia di cioccolato che addolcisce tutto il dessert.
La casa dalle finestre azzurre racchiude la storia di una grande donna, della sua forza, del suo meraviglioso presente che ha attutito il passato. Questa finestra si è aperta al mondo con la cucina di Eleonora che ora, con suoi piatti, regala felicità e gioia di vivere!